Settimana europea della vaccinazione: la priorità all'eliminazione del morbillo
| BERNA - «Un mondo senza morbillo è possibile. Date il vostro contributo.» Questo è lo slogan adottato dalla Svizzera per la Settimana europea della vaccinazione 2010, che si terrà dal 24 aprile al 1° maggio. Il morbillo svolge un ruolo particolarmente importante poiché, con l'obiettivo di eliminarlo dall'Europa, l'Organizzazione mondiale della sanità OMS raccomanda ai Paesi partecipanti di organizzare attività legate a tale malattia. La Svizzera è particolarmente interessata dal problema, dopo l'epidemia di morbillo che ha imperversato nel nostro Paese dal novembre 2006 al febbraio 2009. 
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Numerosi Cantoni e diverse associazioni di professionisti del settore sanitario (Collegio di medicina di base, Società svizzera di pediatria, Associazione svizzera di assistenti di studio medico, Associazione svizzera degli infermieri) hanno promesso il loro sostegno alla settimana delle vaccinazioni.
 La vaccinazione ha ridotto la diffusione del morbillo. Tuttavia, le sue complicazioni, potenzialmente gravi, sono poco note tra la popolazione. Troppo sovente il morbillo è ritenuto, a torto, una malattia innocua per i bambini, se non addirittura benefica per il loro sviluppo. A motivo di questa credenza, alcuni genitori preferiscono attendere che i loro figli abbiano raggiunto l'età adolescenziale per farli vaccinare. Tale comportamento è una delle cause principali delle epidemie che regolarmente colpiscono la Svizzera. Dal 2008 l'Organizzazione mondiale della sanità persegue l'obiettivo di eliminare il morbillo in Europa entro la fine del 2010. Nel continente americano la malattia è già stata eradicata nel 2002.   Per eliminare il morbillo dal territorio elvetico, il 95 per cento dei bambini di 2 anni deve avere già ricevuto due dosi del vaccino. Attualmente, la copertura vaccinale svizzera dei bambini di due anni è dell'87 per cento per una dose e del 71 per cento per due dosi. Ai sensi della solidarietà, la vaccinazione contro il morbillo va effettuata anche per proteggere le persone che non possono farsi vaccinare per motivi medici, ossia i lattanti e le donne incinte. 
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