Antibiotici inutili contro la tosse, maxi-studio europeo


LONDRA / AARAU - Per calmare la tosse gli antibiotici non servono. Se l'infezione respiratoria non nasconde una possibile polmonite, è meglio aspettare che passi da sola. La prova arriva da uno studio europeo pubblicato sulla rivista "The Lancet", con un commento di Philipp Schütz, dell'Ospedale cantonale di Aarau.

Il maxi-studio ha coinvolto 12 paesi ed è stato diretto da Paul Little, dell'università britannica di Southampton. Esso arriva alla conclusione che somministrare antibiotici di uso comune come l'amoxicillina, quando non c'è il fondato sospetto di una complicazione batterica polmonare, produce più danni che benefici e favorisce lo sviluppo di "super germi" resistenti alle terapie.

"Little e i suoi colleghi hanno raccolto dati convincenti che incoraggiano i medici della prima assistenza a evitare di prescrivere antibiotici a pazienti a basso rischio, senza un sospetto di polmonite", scrive Philipp Schütz nel suo commento.

La tosse che si accompagna a un'infezione delle basse vie respiratorie - ricordano gli esperti - è uno dei problemi più diffusi che arrivano all'attenzione dei medici dell'assistenza primaria. Benché nella maggior parte dei casi all'origine dei sintomi ci siano dei virus e non dei batteri, gli eventuali benefici della terapia antibiotica soprattutto nei pazienti più anziani sono ancora oggetto di acceso dibattito nella comunità scientifica.

Per arrivare a una conclusione definitiva, lo studio ha coinvolto 2'061 adulti con infezione delle basse vie respiratorie, senza complicanze. I pazienti sono stati suddivisi a caso in due gruppi, ai quali sono stati somministrati amoxicillina o placebo 3 volte al giorno per una settimana.

Tra i due gruppi sono state osservate piccole differenze nella gravità e nella durata dei sintomi. E questo è stato osservato anche nel caso di pazienti over 60 in buona salute, sui quali l'antibiotico ha prodotto effetti molto limitati.

Benché il 19,3% dei pazienti del gruppo placebo, contro il 15,9% del gruppo trattato con l'antibiotico, abbia manifestato un sintomo nuovo o il peggioramento di un sintomo preesistente, solo due pazienti del gruppo placebo e uno del gruppo antibiotico hanno avuto bisogno di un ricovero in ospedale. Inoltre, i pazienti trattati con amoxicillina hanno riportato in misura significativamente superiore (28,7% contro 24%) effetti avversi come nausea, diarrea ed eruzioni cutanee.

"I nostri risultati - sottolinea Little - mostrano che la maggior parte dei pazienti supera spontaneamente l'infezione. Poiché però esiste un piccolo numero di malati che beneficerà dell'antibiotico, la sfida è individuare questi pazienti".

Secondo Philipp Schütz, "misurare nel sangue specifici marcatori 'spia' di un'infezione batterica può aiutare a identificare i pazienti che potrebbero beneficiare dell'antibiotico pur in assenza apparente di polmonite, evitando inutili effetti collaterali, costi e sviluppo di batteri resistenti".


ATS, 19.12.2012

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