Cancro: terapie Off-Label-Use causano discriminazioni, studio
BERNA - Un terzo dei malati di cancro sono curati con farmaci dosati diversamente o preparati in altro modo rispetto a quanto prevede l'autorizzazione. Questa utilizzazione dei medicinali, detta "Off-Label-Use" (OLU), genera trattamenti discriminatori dei pazienti perché le casse malattia decidono autonomamente se e in quale misura rimborsare la medicina, afferma la Lega svizzera contro il cancro (LSC).
Stando a uno studio presentato oggi in una conferenza stampa a Berna, medici e organizzazioni dei pazienti denunciano il fatto che gli assicuratori prendono decisioni diverse in casi comparabili, trattando quindi in modo differente i malati.
Un dottore può ad esempio utilizzare un farmaco per il trattamento del cancro al seno per curare un tumore intestinale dato che la sua efficacia è provata da studi clinici. Tuttavia, dato che il medicinale è autorizzato solo per combattere il cancro al seno, si osserva una varietà di comportamenti da parte degli assicuratori: ve ne sono che si assumono tutte le spese, altri che ne coprono solo una parte e altri ancora che non versano neppure un centesimo.
"È seccante che i pazienti siano trattati in modo diverso", ha dichiarato la direttrice della LSC Kathrin Kramis. La situazione attuale rappresenta da un lato un rischio finanziario per medici e pazienti e dall'altro un carico emotivo, afferma lo studio, realizzato dall'ufficio di ricerche INFRAS su incarico della LSC. Per i dottori è anche fonte di insicurezza giuridica e di maggiore lavoro amministrativo.
Per i malati la situazione è assolutamente insoddisfacente perché spesso all'inizio della cura non è chiaro se o quale ammontare l'assicuratore sia disposto a coprire. "Per un paziente con modeste risorse finanziarie il medico può scegliere un altro trattamento, non ottimale", ha denunciato il presidente della LSC Jakob R. Passweg. "Dobbiamo assolutamente impedire una tale medicina a due velocità".
Stando alle risposte fornite dai medici interrogati da INFRAS, il numero di casi in cui i farmaci vengono impiegati "off label" negli ultimi anni è sensibilmente aumentato. L'OLU è particolarmente frequente per la cura di tumori rari e per la cura dei bambini.
Lo studio fornisce per la prima volta cifre concrete: secondo stime all'anno si contano 20'000 OLU, pari a un terzo circa di tutti i casi di tumore. A causa della crescente speranza di vita, il loro numero è destinato ad aumentare ulteriormente.
È necessario intervenire per migliorare la situazione, sostengono gli autori della ricerca: l'autorizzazione dei farmaci andrebbe facilitata nei casi di estensione dell'indicazione, ad esempio per un medicinale contro il cancro al seno utilizzato anche contro quello intestinale. Inoltre gli assicuratori dovrebbero stabilire un modello comune in modo che i casi OLU in futuro siano trattati in modo unitario.
Oggi pomeriggio rappresentanti di medici e altri prestatori di cure, assicuratori, autorità e industria farmaceutica hanno discusso possibili soluzioni nel corso di un seminario. "Tutti hanno riconosciuto il problema e sono d'accordo sulla necessità di trovare una soluzione", ha detto all'ats Passweg. "C'è vasto consenso sul fatto che si imponga un'armonizzazione delle valutazioni effettuate dalle casse malattia". Su aspetti precisi, come il finanziamento, le opinioni però divergono, anche profondamente.
Lo studio di INFRAS si basa su ricerche nella letteratura medica, su un'analisi di dati OLU di quattro grosse casse malati, su 35 casi clinici nonché su interviste di 23 esperti.
ATS, 07.06.2013