Tamiflu: gruppo esperti ne mette in dubbio l'efficacia


LONDRA / BASILEA - Per anni un gruppo di esperti ha lottato contro il gruppo farmaceutico basilese Roche perché vengano resi noti i risultati degli studi sul medicinale anti-influenzale Tamiflu. Ora che li hanno ottenuti ed esaminati, i ricercatori giungono alla conclusione che la sua efficacia è al massimo modesta, e che quindi bisognerebbe riflettere sulle riserve costituite dai governi, svizzero compreso, in seguito alla pandemia di influenza suina nel 2009.

Tra gli adulti il Tamiflu riduce di appena 16 ore la durata dei sintomi dell'influenza, scrivono gli esperti sulla rivista specializzata "British Medical Journal" (BMJ), secondo quanto riferito dal "Tages-Anzeiger" e della "Neue Zürcher Zeitung".

In una presa di posizione sul periodico, Roche contraddice questi risultati: i principi attivi dei farmaci contro l'influenza rappresentano "un'opzione essenziale per i pazienti con l'influenza". Il colosso farmaceutico s'interroga a sua volta in merito al metodo utilizzato dagli esperti.

La Cochrane Collaboration è un organo indipendente di ricercatori che valuta con studi sinottici sistematici l'efficacia di medicinali. Per quattro anni e mezzo si è battuta affinché vengano pubblicati i dati degli studi di due farmaci contro l'influenza, il Tamiflu di Roche e il Relenza di GlaxoSmithKline.

Il colosso renano si era sempre rifiutato di rendere noti i dati, rifacendosi al segreto commerciale, ma lo scorso settembre ha infine messo a disposizione i suoi ultimi studi. La rete mondiale di esperti ha quindi esaminato 20 ricerche sul Tamiflu e 26 sul Relenza cui avevano partecipato complessivamente 24'000 persone.

Risultato: con il Tamiflu i sintomi dell'influenza tra gli adulti duravano solo 6,3 giorni invece di 7, tra i bambini si riducevano di un giorno. I ricercatori non hanno trovato alcun indizio che il medicinale diminuisca il numero dei ricoveri in ospedale o di complicazioni serie come la polmonite, si legge in una nota del BMJ. In cambio hanno riscontrato un chiaro incremento degli effetti collaterali quali nausea e vomito e un rischio più elevato di problemi psichici, ai reni e di mal di testa.

L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) intende esaminare in maniera approfondita il rapporto assieme ad esperti. Per il momento non sono però previsti cambiamenti nelle scorte obbligatorie in vista di una possibile pandemia. Poiché lo studio è appena stato pubblicato oggi è ancora troppo presto per prendere decisioni, ha spiegato all'ats la portavoce dell'UFSP Mona Niedhart.

Le scorte obbligatorie della Svizzera sono gestite da Roche e comprendono sufficienti dosi di Tamiflu da poter curare fino a due milioni di persone e da utilizzare come profilassi per il personale sanitario. La Confederazione non deve pagare nulla per lo stoccaggio: Roche viene indennizzata tramite un fondo alimentato dal ramo farmaceutico. La Svizzera è peraltro l'unico Paese con una scorta obbligatoria di Tamiflu.

Quest'ultimo è stato omologato nel 1999 in Svizzera e negli Stati Uniti e nel 2002 nell'Unione europea. Fino al 2001 il fatturato era inferiore a 100 milioni di franchi all'anno. Nel 2009, in seguito alla pandemia di influenza A(H1N1), le vendite erano salite al livello record di 3,2 miliardi, per poi ridiscendere a 635 milioni l'anno scorso.


ATS, 10.04.2014

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