Usa: epatite C; più morti, verso test per tutti baby boomer


WASHINGTON - Aumentano tristemente i decessi causati dall'epatite C in America in particolare tra i cittadini di mezza età, e le autorità sanitarie stanno considerando di prescrivere il test a tutti i baby-boomer per verificare l'eventuale presenza del virus. Si calcola infatti che circa la metà dei portatori ancora sani del virus dell'epatite C non sappiano di esserlo.

Definita la epidemia silenziosa, in quanto occorrono decenni dal momento del contagio perché il virus dell'epatite danneggi il fegato conducendo alla cirrosi ed alla morte, la malattia ha ucciso nel 2007 negli USA 15,000 persone. Più dei morti per l'Aids, che nello stesso anno avevano toccato quota 13,000.

Ma a far riflettere gli esperti è soprattutto il fatto che due terzi dei decessi per epatite C sono avvenuti nella fascia di età tra i 45 ed i 65 anni. Effetto questo degli scambi di aghi di siringhe infette negli anni '60-'70, ma anche del fatto che prima del 1992 le trasfusioni di sangue non venivano controllate per la presenza del virus dell'epatite C. Molti malati si trovarono così contagiati.

In un rapporto pubblicato su "Annals of internals medicine", gli studiosi dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie osservano che "la mortalità per epatite C continuerà ad aumentare nei prossimi 10-15 anni a meno che si trovino nuove soluzioni". L'ipotesi allo studio è quella di sottoporre a test chiunque sia nato tra il 1945 ed il 1965: una opzione questa che, secondo una recente analisi, potrebbe salvare 82.000 vite.

ATS, 21.02.2012

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